Museo Cernuschi
© photo Musée Cernuschi
Il museo dedicato alle arti dell'Estremo Oriente
Il Museo Cernuschi (in francese Musée Cernuschi) è uno dei musei più antichi della capitale ed è interamente dedicato alle arti asiatiche. Si trova in un elegante hôtel particulier, vicino al Parc Monceau, che il banchiere e collezionista Henri Cernuschi lasciò nel 1896 in eredità alla città di Parigi, insieme alle opere d'arte orientale che aveva raccolto nel corso di un viaggio intorno al mondo compiuto dal 1871 al 1873. Oggi il museo custodisce notevoli collezioni di arte cinese, giapponese, vietnamita e coreana, regolarmente arricchite da nuove acquisizioni e donazioni.
Henri Cernuschi
Patriota italiano, economista e banchiere appassionato sia di politica che di arte, Henri Cernuschi (1821-1896) fu uno dei tre "eroi" che nel 1848 liberarono Milano dall'occupazione austriaca. Poi si trasferì a Roma, dove nel 1849 fu eletto deputato della neonata (e di breve durata) Repubblica Romana. Quando cadde la Repubblica, si rifugiò in Francia. I primi anni a Parigi si rivelarono difficili, ma a poco a poco Cernuschi si costruì una reputazione come economista, in particolare con la pubblicazione di un saggio sul bimetallismo intitolato "Mécanique de l'échange" (1865). Grazie ai servizi di consulenza agli investitori e alla partecipazione a varie iniziative commerciali, alla fine del Secondo Impero aveva accumulato una fortuna stimata in due milioni di franchi oro.
Per difendere le idee repubblicane acquistò una quota di maggioranza del giornale Le Siècle e si oppose al referendum sull'Impero nel 1869. Esiliato in Svizzera ma avvertito da Léon Gambetta della caduta dell'Impero, tornò immediatamente a Parigi per assistere alla proclamazione della Terza Repubblica all'Hôtel de Ville il 4 settembre 1870. Qualche mese dopo, il 29 gennaio 1871, ottenne la naturalizzazione come cittadino francese.
Profondamente scosso dai drammatici eventi della Comune, intraprese un lungo viaggio intorno al mondo (dal settembre 1871 al gennaio 1873) in compagnia del giovane scrittore e critico d'arte Théodore Duret. Durante il soggiorno in Giappone e in Cina, acquistò circa cinquemila opere d'arte, che in seguito avrebbero costituito il nucleo della sua collezione. Al suo ritorno a Parigi, questa raccolta, eccezionale per l'epoca, in particolare per i bronzi, fu esposta all'Exposition Orientaliste che si tenne dall'agosto 1873 al gennaio 1874 al Palais de l'Industrie.
Nello stesso periodo, Cernuschi acquistò dai fratelli Péreire l'ultimo appezzamento di terreno non edificato di Avenue Vélasquez e commissionò all'architetto William Bouwens van der Boijen la costruzione di un hôtel particulier, dove avrebbe vissuto circondato dalle opere d'arte che aveva riportato dai viaggi in Asia. Morì a Mentone nel 1896, dopo aver lasciato in eredità alla città di Parigi la sua villa e le sue collezioni asiatiche.
L'hôtel particulier
Costruito dall'architetto olandese naturalizzato francese William Bouwens van der Boijen, l'edificio presenta le caratteristiche dello stile neoclassico in voga nel Nord Italia intorno al 1840. Sulla facciata spiccano i medaglioni a mosaico di Aristotele e Leonardo da Vinci, che Cernuschi ammirava. Sulle ante della porta d'ingresso si trovano due targhe con le parole Février e Septembre, le date delle rivoluzioni del 1848 e del 1870 che hanno istituito la Repubblica in Francia. Atlantidei barbuti sostengono l'ampio cornicione che corre intorno all'edificio. L'interno si sviluppa attorno a un'ampia sala dai soffitti alti che affaccia sul Parc Monceau e che è dominata dal grande Buddha di bronzo acquistato da Cernuschi in Giappone. I fregi sul soffitto ricordano le principali tappe cinesi e giapponesi del viaggio che Cernuschi e Duret compirono in Asia.
Dal 2001 al 2005, l'edificio è stato sottoposto a un'importante ristrutturazione che ne ha ristabilito l'assetto originario. Il primo piano, dove ora sono allestite le collezioni permanenti, è stato rinnovato e le aree espositive al piano terra sono state ampliate. Il museo era stato ristrutturato l'ultima volta alla fine degli anni Cinquanta e necessitava di una revisione completa, inclusa una scenografia adeguata alle nuove esigenze espositive e ai moderni standard di sicurezza e accessibilità.
Nel 2020, in seguito a una riflessione sull'approccio educativo del percorso e a una ristrutturazione durata quasi 9 mesi, il museo ha iniziato una nuova fase della sua storia, caratterizzata da un programma di visita ridisegnato che invita i visitatori a compiere un vero e proprio viaggio nella dimora immaginata da Cernuschi nel XIX secolo.
La storia del museo
Costituita in un periodo in cui gli impressionisti erano affascinati dalle stampe nipponiche, la collezione riportata dai viaggi in Asia da Cernuschi fece dell'hôtel particulier di Avenue Vélasquez uno dei principali centri del giapponismo dal 1876 al 1896. Quando il museo fu aperto al pubblico nel 1898, divenne rapidamente la sede di numerose mostre dedicate alle varie forme di espressione artistica della Cina e del Giappone. Tra il 1910 e il 1946 importanti scoperte archeologiche in Cina e in Vietnam contribuirono a dare un nuovo volto al Musée Cernuschi, che si dedicò principalmente alle antichità provenienti dalla Cina, considerata la culla delle culture dell'Estremo Oriente.
A partire dal 1946, il museo ha aperto le sue porte alle arti asiatiche contemporanee, come la calligrafia giapponese e la pittura cinese moderna. Dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, questo particolare settore è stato oggetto di una politica di acquisizioni molto attiva, che ha permesso lo sviluppo di una delle più importanti collezioni del suo genere in Europa.
In seguito alla politica di riforme inaugurata in Cina negli anni Ottanta, i principali musei cinesi cominciarono ad aprirsi alla scena internazionale: nei due decenni successivi, il Museo Cernuschi ospitò importanti mostre di opere provenienti dalla Cina, che fecero conoscere ai visitatori parigini i bronzi del Museo di Shanghai, le origini del celadon e gli spettacolari Buddha dello Shandong.
Infine, la ristrutturazione del Musée Cernuschi ha contribuito a valorizzare le sue collezioni e a migliorarne l'immagine: l'impatto internazionale delle mostre dedicate agli artisti cinesi dell'École de Paris ha rafforzato lo stretto legame tra il museo e gli artisti asiatici attivi a Parigi in passato e oggi.
Le collezioni
Le collezioni del Museo Cernuschi offrono un'ampia panoramica dell'arte cinese, giapponese, vietnamita e coreana.
La collezione cinese, che conta quasi 8.000 oggetti, è costituita principalmente da pezzi in bronzo e ceramica, ma comprende anche sculture in pietra e dipinti su carta o seta. Il numero e la diversità delle opere che la compongono evocano più di 5.000 anni di storia cinese. In particolare si segnalano: il tripode Shan ding risalente alla dinastia Zhou occidentale (circa 1050-771 a.C.), che presenta la più lunga iscrizione su un bronzo cinese di questo periodo conservato nei musei europei; e il famoso vaso a forma di tigre che abbraccia un essere umano, capolavoro del periodo Shang (circa 1600-1050 a.C.).
La collezione giapponese, con oltre 3.600 oggetti tra cui circa 2.000 bronzi e 1.600 ceramiche, costituisce un terzo delle collezioni del museo. La maggior parte di questa raccolta fu assemblata durante il viaggio in Asia che Cernuschi intraprese dall'ottobre 1871 al dicembre 1872. Il pezzo forte è senza dubbio il grande Buddha in bronzo (XVIII secolo) acquisito da Cernuschi a Meguro. Fra gli altri oggetti degni di nota si annoverano: un'alabarda (dōka) del periodo Yayoi (400 a.C.-250 d.C.); i frammenti di un paravento di Ogata Kenzan (1663-1743), uno dei più importanti esponenti della scuola Rinpa; e un leggio (shokendai) Nanban del periodo Momoyama (1573-1603).
Con i suoi 1.800 manufatti, la collezione vietnamita copre un periodo di 2.500 anni, con gli oggetti più antichi risalenti al V secolo a.C. Numerose ceramiche e diversi bronzi illustrano i periodi successivi. Dipinti e disegni risalgono al XX secolo. Tra le opere più interessanti: un piatto con elegante decoro blu a motivi floreali e medaglione centrale con fenice, proveniente dal relitto di una nave affondata nei pressi dell'isola di Cù Lao Chàm a metà del XV secolo; e un dipinto raffigurante una giovane donna che si pettina i capelli di Nguyễn Phan Chánh (1892-1984), uno degli artisti più celebrati del Novecento vietnamita.
Presente nelle collezioni del Museo Cernuschi fin dalla sua fondazione, la collezione coreana è cresciuta costantemente negli ultimi anni. Comprende sia oggetti antichi che produzioni contemporanee. Tra i pezzi più significativi: una campana rappresentativa della raffinata produzione del periodo Koryō (918-1392); un epitaffio di Yi Kyŏngjik (1577-1640) scritto su placche di porcellana; e alcuni dipinti di Lee Ungno (1904-1989), figura chiave nella fondazione e nello sviluppo dell'arte coreana contemporanea a partire dagli anni Cinquanta.
Giorni e orari di apertura
dal martedì alla domenica | dalle 10:00 alle 18:00 (le casse chiudono alle 17:15) |
---|---|
lunedì | chiuso |
il 24 e 31 dicembre | chiusura anticipata alle 17:00 |
Tariffe biglietto d'ingresso
Collezioni permanenti | Gratuite |
---|---|
Mostre temporanee (prenotazione vivamente consigliata) | (intero € 10 / ridotto € 8 / gratuite per i minori di 18 anni) |
Informazioni utili
Sito ufficiale: Musée Cernuschi - tel.: +33 (0)1 53 96 21 50
Indirizzo: Musée Cernuschi, 7 Avenue Vélasquez 75008 Paris
Fermata METRO/RER: linea 2, fermata Villiers ou Monceau; linea 3, fermata Villiers
Bus: 30, 84, 93
Info accessibilità: Il museo è completamente accessibile alle persone con mobilità ridotta.
Da visitare nelle vicinanze del Museo Cernuschi